Attualmente la Collezione Ferretti è chiusa al pubblico. Stiamo lavorando per renderla nuovamente visitabile.
La Collezione Etnografica Roberto Ferretti ripercorre gli studi, la formazione, la storia e gli oggetti raccolti dall'antropologo maremmano (1948-1984).
Lo spazio culturale ospita oggetti suddivisi in tre sale, con le seguenti sezioni:
- Studi e formazione di Roberto Ferretti, la Maremma, la mappa delle Leggende;
- La pianura, la malaria, il lavoro;
- Davide Lazzaretti, la religiosità, le feste e i giochi;
- Oggetti d'uso domestico, attrezzi per il lavoro contadino.
Roberto Ferretti nacque a Grosseto il 31 marzo 1948 da genitori grossetani. La sua formazione intellettuale fu legata alla realtà culturale e politica del 1968, milita nelle file dello PSIUP e poi del PDUP. Nel 1977 Ferretti si laureò a Roma con Diego Carpitella discutendo una tesi sui racconti orali nella provincia di Grosseto, seguito dalla studiosa di fiabistica Aurora Milillo. Le sue letture di quel periodo furono Gramsci, De Martino, Cirese, Lanternari, Lombardi Satriani.
Prima ancora di laurearsi entrò a lavorare presso il Comune di Grosseto come impiegato. Nel 1972 con Pier Giorgio Zotti realizzò la mostra fotografica «Maremma segreta», incentrata su aspetti "nascosti" della Maremma. Sempre in quel periodo conobbe, anche grazie ad affinità politiche, Corrado Barontini e Morbello Vergari, che coinvolse nel programma culturale per la Maremma e dai quali ricevette nuovi stimoli. Ebbe inizio così un profondo rapporto di corrispondenza culturale e politica oltre che di collaborazione. Sempre nella prima metà degli anni settanta conobbe Gastone Venturelli, che svolgeva ricerca demologica in Lucchesia, della collaborazione con il quale nacquero diverse pubblicazioni su vari aspetti culturali della Maremma, e Pietro Clemente, docente di tradizioni popolari presso l'Università di Siena, con cui Ferretti collaborò sia in ambito universitario che per le ricerche territoriali e per numerose iniziative culturali a Grosseto. Inoltre, Ferretti pubblicò con Giancarlo Capecchi diversi articoli sulla rivista «Quaderni di cultura contadina» e iniziò a collaborare con il quotidiano «La Nazione», per il quale pubblicò con cadenza quasi settimanale articoli su aspetti non ancora studiati della cultura popolare maremmana.
Ferretti fu l'ideatore, fondatore e principale realizzatore dell'Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, istituito con delibera del Comune di Grosseto nel 1979. In quest'ambito condusse ricerca demologica sul campo sia in provincia di Grosseto, che nell'Amiata senese e nel viterbese, dando inizio al più importante archivio etno-antropologico sulla Maremma. Nel 1978 partecipò con il gruppo dei maggerini dell'Ottava Zona, capeggiato da Domenico Bartolucci, ad una rassegna di canto popolare a Parigi; successivamente collaborò alla pubblicazione del volume Cultura contadina in Toscana. Il lavoro dell'uomo, edito a Firenze da Bonechi Editore, fornendo materiale documentario. Ferretti continuò a lavorare presso l'assessorato alla cultura del Comune di Grosseto fino alla prematura morte, sopraggiunta in seguito ad un incidente stradale avvenuto a al-Karak, in Giordania, il 26 dicembre 1984. Dopo la morte, gli è stata intitolata una piazza a Grosseto.