Clarisse Grosseto
Fondazione Grosseto Cultura
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Visionari

Mostra temporanea

Italiano

05/05/2023 04/06/2023

Bueno, Brindisi, Possenti e Alinari nella Collezione d'arte delle Clarisse.

Polo culturale Le Clarisse

Per visite guidate in altri giorni e per laboratori scrivere a clarissearte@fondazionegrossetocultura.it

Venerdì 5 maggio ore 18 opening con visita guidata del direttore: 5 euro

 

Laboratori per bimbi 6-11 anni:

Sabato 6 maggio ore 17.30,  “Storie in mostra”;

Venerdì 19 maggio ore 17.30, “Il mare immaginario”;

Domenica 21 maggio ore 17.30, “Atelier Luzzetti”;

Giovedi 25 maggio ore 17.30, “Speak english at the museum” special edition. 

Biglietti

Intero

2€ • Singolo

Gratuito

Per soci Fondazione Grosseto Cultura

Mostra + Museo Luzzetti

5€ • Singolo

Orari di apertura

Giovedi: 10 - 1316 - 19

Venerdi: 10 - 1316 - 19

Descrizione

Con questa mostra, compresa nella manifestazione “Amico Museo” promossa dalla Regione Toscana, il Polo culturale Le Clarisse di Fondazione Grosseto Cultura presenta le opere di quattro pittori che hanno anticipato la visione di un mondo socialmente ed ecologicamente sostenibile. Quattro artisti che, con opere fantastiche e surreali, hanno fatto della giustizia sociale e del rispetto delle pratiche democratiche, cosmopolite e ambientali i principi ispiratori della loro pratica pittorica. 

La mostra presenta 16 opere di proprietà del Comune di Grosseto: quattro opere di Antonio Bueno, tra cui una Annunziata del 1969, tre opere di Remo Brindisi, tra cui una Maternità del 1950, cinque opere di Antonio Possenti, due di Luca Alinari, una di Nanda Vigo e una di Federico Bonaldi.

 

 

“In Svizzera o in Francia dire "étranger" era come dire farabutto e chi pronunciava quella parola la accompagnava quasi sempre con una più o meno marcata smorfia di disprezzo. A Firenze invece termini come straniero e forestiero non avevano niente di disonorevole, anzi potevano sembrare perfino segni di distinzione” (Antonio Bueno)

Antonio Bueno (Berlino 1918 – Fiesole 1984), poliglotta e apolide, nonostante sia stato un accanito sperimentatore formale è noto soprattutto per le sue figure visionarie di busti e teste tondeggianti, ragazzi vestiti alla marinara, concertisti, pompieri, reinterpretazioni di grandi opere della storia dell'arte, con caratteristiche semplificate e neoteniche. Tali caratteristiche, in natura, sono assimilabili a “segnali infantili” che inducono gli adulti (di tutte le specie animali) a farsi carico delle cure parentali di cui hanno bisogno gli individui giovani: per questo motivo, evocando concordia e armonia, sono proprie degli organismi che riescono ad adattarsi meglio alle condizioni ambientali.

 


“La cucina e il bar – nel mio Museo Alternativo – sono luoghi dimostrativi di come, in ogni istante, si possa e si debba vivere accanto ai prodotti artistici, senza fratture innaturali o mitizzazioni antistoriche. L'opera d'arte costituisce elemento importante della nostra esistenza, come la struttura architettonica, l'arredamento, l'utensileria. E' il principio basilare sul quale poggiano le fondamenta ideali del Museo Alternativo. Ed è anche di rilevante aspetto il valore della vita sociale e dei suoi significati etici: la mensa come momento comunitario, come sito di convegno e di rimozione delle tensioni” (Remo Brindisi)


Remo Brindisi (Roma 1918 – Lido di Spina, Ferrara 1996) è stato un pittore impegnato nella vita politica e civile, che ha svolto la sua ricerca nell'ambito di una nuova figurazione, con la frequente evocazione di simboli e l'improvvisa presenza di nuclei di realtà introdotti con riferimenti spesso polemici o satirici (cicli: Storia del fascismo, 1960; Reazionario in azione, Oppositori in lotta, 1965; Fratello contro fratello, 1984, ecc.). Brindisi è inoltre il fondatore nel 1973 del “Museo Alternativo Remo Brindisi” di Lido di Spina, opera dell’architetto designer Nanda Vigo – di cui è allestita un'opera in mostra – che rappresenta un esperimento visionario e complesso di abitazione/laboratorio, ma soprattutto uno spazio culturale sperimentale nato con l’intendimento di definire un rapporto diretto tra le arti visive, dall’architettura al design, dalla pittura alla scultura.

 

 

“Mi sento un eterno viaggiatore senza una meta specifica, mosso da una grande curiosità e da una grande volontà di conoscenza. La mia vita ha sempre di fronte un orizzonte che non corrisponde a un vero e proprio obiettivo perché si collega a qualcosa che va oltre. Io inseguirò sempre quell’oltre.” (Antonio Possenti)

Antonio Possenti (Lucca 1933 – 2016) con la sua pittura stralunata, onirica e delicatamente surrealista ha dato corpo e figura a una galleria visionaria di personaggi e situazioni, rivisitando, ma più spesso reinventando di sana pianta, vicende e personaggi emblematici, dalle favole di Esopo alle "fole" popolari, dalla letteratura classica a quella fantastica, di ogni epoca e di ogni continente, con particolare attenzione all’epopea de viaggi e delle scoperte, a Melville e Defoe e Conrad, fino alla immaginifica poesia di Rimbaud, all'assurdo mondo di Kafka, alla prosa raffinata di Calvino. Come ha scritto Aldo Busi: “Ha filtrato molta vita, tutta artistica, tutta altrui, che è il risultato di una civilizzazione dell'aggressività messa all'opera nel reticolo del patto sociale”.

 

 


“Da ragazzino, sulle spiagge, raccoglievo ciottoli colorati o tubetti strizzati di dentifricio. I ragazzini amano gli oggetti trovati. Poi arrivano i codici, i sistemi, i variegati rituali delle biennali accademiche. Un giorno, sulle spiagge, troveremo anche quelli” (Luca Alinari)

Luca Alinari (Firenze, 1943 – 2019) ha condotto le sue ricerche nel libero accostamento di oggetti e figure all’interno di atmosfere fantastiche e sospese, sulla suggestione delle ricerche Neodada, utilizzando tecniche eterogenee: disegno con uso di colori fluorescenti, decalcomania, collage, trasposizioni fotografiche. I suoi quadri, veri e propri racconti di mondi fiabeschi, si caratterizzano per la vivace, quasi vivida, stesura dei colori e per la sostituzione delle parole con segni figurativi spesso archetipici. Nel 1982 è stato invitato alla Biennale di Venezia dove ha allestito una sala personale.